Bevande alcoliche

Lo scopo fondamentale di tutte le bevande è quello di soddisfare, almeno in parte, i bisogni d'acqua dell'organismo.
Si calcola che, mediamente, poco più della metà dell'acqua introdotta nel corpo provenga dalle bevande e la restante dagli alimenti.
L'acqua introdotta con le bevande e gli alimenti (acqua esogena) è considerata un nutriente essenziale poiché la quantità d'acqua prodotta dal metabolismo (acqua endogena) non copre i bisogni giornalieri.
L'acqua è coinvolta in una serie di funzioni:

    • è un ottimo solvente per numerose sostanze chimiche;
    • regola il volume cellulare e la temperatura corporea;
    • rende possibile il trasporto di nutrienti e la rimozione di cataboliti.

Le bevande alcoliche si ottengono per fermentazione (fermentati) o per fermentazione e successiva distillazione (distillati) di mosti di frutta, di cariossidi di cereali e di tuberi o per aggiunta di sostanze aromatiche a soluzioni alcoliche zuccherate (liquori), o addirittura da latte opportunamente fermentato.
Le bevande alcoliche possono pertanto essere classificate in:

    • fermentati (vino, birra, sidro);
    • distillati (acquaviti, brandy, cognac, grappe, rum, vodka, whisky);
    • liquori (amari, digestivi, ecc.).

Il contenuto in alcol delle bevande alcoliche generalmente è espresso in percentuale del volume e corrisponde ai volumi di alcol contenuti in 100 volumi di bevanda.

Assorbimento dell'alcol

Per trasformare il grado alcolico in grammi di alcol si moltiplica il grado alcolico per 0,8.
L'alcol etilico, malgrado l'elevato valore energetico, non può essere considerato un nutriente.
Nell'organismo l'alcol viene comunque ossidato, come i glucidi, i lipidi e le proteine, producendo una rilevante quantità di energia (7 kcal/g).
L'alcol etilico è un composto che per il basso peso molecolare, la completa miscibilità in acqua e l'elevata diffusibilità supera facilmente la barriera digestiva (ma anche ematoencefalica) per diffusione passiva, la velocità di assorbimento a livello dell'apparato digerente è superiore rispetto a qualsiasi nutriente.

Una quota minima di alcol è assorbita già a livello del cavo orale, il 20% circa nello stomaco, il 10% nel duodeno, il 50% nel tenue e il restante 20% negli altri tratti dell'intestino.
L'assorbimento dell'alcol etilico varia in funzione di molti fattori:

    • tempo di permanenza;
    • velocità di transito;
    • estensione della superficie di assorbimento;
    • stomaco pieno.

La velocità di assorbimento dell'alcol aumenta, entro certi limiti, linearmente all'aumentare del contenuto dello stesso nella bevanda assunta, con un massimo per valori del 20÷30%.

A concentrazioni superiori l'assorbimento diminuisce sensibilmente, tanto che agisce da irritante per la mucosa (spasmo del piloro, rallentamento sino all'arresto della motalità gastrica), allungamento dei tempi di svuotamento.
L'assorbimento dell'alcol può essere rallentato da sostanze endogene ed esogene quali le catecolamine, l'atropina, le anfetamine.
Dopo l'assorbimento l'alcol passa nel sangue dove raggiunge la massima concentrazione tra 30 e 180 minuti dall'assunzione, dopodiché inizia a decrescere lentamente in modo variabile tra 0,1 e 0,5 g per mille all'ora.

Nell'organismo, l'alcol circola abbastanza a lungo immodificato: da 1/5 a 1/10 viene eliminato tal quale attraverso le vie respiratorie e le urine la restante parte viene ossidata a CO2 e H2O, nel fegato, nel rene, nel polmone e nello stomaco.
La quantità metabolizzata varia consistentemente da persona a persona, da 60 a 200 mg/kg/ora.
La dose massima di alcol tollerabile è di 7 g/ora, equivalenti a 170g/die, pertanto la quota suggerita si abbassa a 40÷50 g/die (50÷60 ml) per l'uomo adulto e 20g/die (circa 25 ml) per la donna.

L'organismo umano dispone di tre vie metaboliche deputate al catabolismo dell'alcol:

    • alcoldeidrogenasi, che ossida dai 2/3 ai ¾ dell'alcol assunto;
    • MEOS (microsomal ethanol oxidizing system) del reticolo endoplasmico, che entra in azione quando la concentrazione plasmatica è elevata;
    • catalasi, enzima localizzato nei perissosomi, che contribuisce all'ossidazione del 2% dell'alcol.

Il danno da abuso acuto e cronico dell'alcol interessa il sistema nervoso centrale, l'apparato gastroenterico e l'apparato cardiovascolare