Ernia al disco
L'ernia al disco è la fuoriuscita della parte centrale del disco intervertebrale (nucleo polposo) attraverso la parte periferica dello stesso (l'anulus fibroso).
La lesione può avvenire per lesioni acute ed importanti subite dalla colonna o a causa della ripetizione continua di microtraumi. L'ernia al disco è infatti diffusa soprattutto tra quei soggetti che svolgono lavori molto pesanti, ma anche tra alcuni sportivi come i maratoneti, i cestisti ed i pallavolisti. Per contro, anche la sedentarietà può indebolire i legamenti e la muscolatura preposta a mantenere in asse la colonna, favorendo l'insorgenza dell'erniazione. In questi casi l'ernia del disco si può manifestare anche in seguito ad uno sforzo banale, come alzarsi da una poltrona, sollevare una valigia, e simili.
I sintomi dell'ernia al disco sono riconducibili ad un dolore, talvolta intenso e trafittivo, altre volte cronico e fastidioso, esteso nella zona lombare della colonna (lombalgia). Altre volte il dolore si irradia dalla bassa schiena fino a coinvolgere la gamba, a causa dell'irritazione del nervo sciatico (sciatalgia). In un numero non trascurabile di casi il dolore è lieve, tanto da essere scambiato per una temporanea lombalgia e costituire poi un reperto medico occasionale
Quando è presente, il dolore è causato dalla fuoriuscita del nucleo polposo che causa insulti di natura fisica o chimica sulle radici nervose adiacenti, scatenando le sofferenze associate alla malattia.
Per individuare l'ernia al disco si ricorre alla Tac o alla risonanza magnetica, che, a fronte di un costo operativo e strumentale elevato, presenta il grosso vantaggio di non emanare radiazioni ionizzanti e di fornire immagini molto chiare sullo stato della colonna.
L'ernia al disco si presenta soprattutto nella parte lombare e nell'area cervicale perché in queste zone si concentrano molti movimenti corporei e grandi pressioni. L'erniazione è più frequente nella seconda età adulta e tra gli anziani, poiché l'invecchiamento porta con sé fenomeni degenerativi dei dischi intervertebrali, che perdono elasticità e resistenza,diventando praticamente degli ammortizzatori scarichi.
Negli anni '80 l'intervento chirurgico di aspirazione del nucleo polposo fuoriuscito era molto diffuso, mentre oggi si tenta sempre un approccio conservativo basato sulla somministrazione di farmaci antinfiammatori (per contenere il dolore) e fisioterapia. Solo nei casi recidivi a questi trattamenti (circa il 15% degli episodi di ernia al disco) si procede con il bisturi per asportare il disco erniato (secondo varie tecniche).
La prevenzione dell'ernia al disco si articola sui seguenti punti:
mantenimento di un buon tono muscolare, in particolare di quei muscoli che i medici riconoscono come “core”, ovvero la parte funzionale del nostro corpo data dall'insieme dei muscoli addominali, obliqui, lombari e paravertebrali;
stretching per migliorare la flessibilità del tratto lombosacrale e dei muscoli ischio crurali;
acquisizione della corretta tecnica di sollevamento (busto eretto e ginocchia flesse);
corrette abitudini alimentari, controllo del peso corporeo, attività fisica regolare, stile di vita orientato al benessere.
In palestra è molto importante acquisire la corretta tecnica di sollevamento ed evitare sforzi fisici non consoni al proprio grado di preparazione fisica.
L'attività sportiva è fondamentale anche quando l'ernia al disco si è già manifestata. In questi casi, dopo un'accurata visita posturale eseguita da un esperto, si andranno ad allungare i muscoli contratti (tramite esercizi di stretching) e a rinforzare i loro antagonisti.