Farmaci o medicinali generici
I farmaci sono una risorsa fondamentale per la nostra salute, ma vanno utilizzati con criterio, solo quando sono indispensabili. Ciò che conta in un farmaco è il principio attivo, che può essere lo stesso anche se è contenuto in prodotti con nomi e prezzi differenti. Quando due o più farmaci hanno Io stesso principio attivo, sono “bioequivalenti”, cioè uguali per efficacia, qualità e sicurezza. È bene sapere che un farmaco “di marca” non è più efficace di un farmaco “generico”, che costa meno solo perché non è più coperto da brevetto.
Impariamo insieme che risparmiare è possibile senza rimetterci in salute.
Il risparmio consentirebbe di finanziare di più la ricerca, di dare gratuitamente ai cittadini farmaci innovativi e di offrire alla collettività maggiori servizi.
La legge finanziaria per l'anno 2001 ha modificato la normativa sul rimborso dei medicinali ai farmacisti da parte del Servizio sanitario nazionale.
A partire dal primo luglio, quando tra i farmaci dati gratuitamente dallo Stato ce ne sono due o più uguali, ma di prezzo diverso, il Servizio sanitario nazionale passa interamente solo quelli meno cari.
I farmaci “generici” costano meno perché il loro brevetto è scaduto e possono essere perciò prodotti e commercializzati a prezzi più bassi.
I cittadini che vorranno farmaci “di marca”, o comunque più costosi dei “generici”, dovranno pagare la differenza di tasca propria.
Ogni farmaco è coperto da un brevetto che permette all'azienda farmaceutica che lo ha inventato di poterlo
commercializzare in esclusiva per 20 anni. Questa esclusiva condiziona al rialzo il prezzo del farmaco.
Quando il brevetto scade e il principio attivo comincia ad essere commercializzato anche da altre aziende, il prezzo deve scendere per legge almeno del 20%, ma spesso arriva anche aI 50% in meno.
Nei farmaci ci sono due componenti: il principio attivo e gli eccipienti. Il principio attivo è l'ingrediente fondamentale, la molecola che nel nostro organismo agisce contro il disturbo o la malattia che si vuole combattere. Gli eccipienti sono invece sostanze inerti che servono a contenere e veicolare il principio attivo, tutt'al più a rendere più gradevole l'aspetto o il sapore del medicinale, ma senza modificarne in alcun modo la sicurezza e l'efficacia. Ebbene, il principio attivo nei farmaci “generici” e “di marca” dello stesso tipo è identico per composizione, sintesi e concentrazione. Per questo si chiamano farmaci “bioequivalenti”. Significa che sono intercambiabili, vale a dire che l'uno vale l'altro; che a prescindere dal nome o dalla marca offrono la medesima sicurezza ed efficacia terapeutica.
L'Italia è la Cenerentola dell'Occidente per diffusione di farmaci generici: meno del 2% di quelli complessivamente consumati contro il 32% della Finlandia, il 39% della Germania e il 43% degli Stati Uniti.
Le ragioni sono diverse. La principale è la scarsa disponibilità di “generici” sul mercato, e di conseguenza la poca informazione e promozione che esiste per questi farmaci. È uno dei motivi per cui nel nostro Paese i farmaci vengono generalmente prescritti con il nome commerciale.
Ma non è una pratica universale, in Inghilterra, ad esempio, i medici scrivono sulle ricette il nome del principio attivo e sono i farmacisti a selezionare i prodotti per i cittadini.
Tuttavia, per i prossimi anni si prevede, in Italia, una forte crescita della diffusione dei “generici”. Ciò farebbe risparmiare alla collettività molti miliardi e consentirebbe di finanziare con maggiori risorse la ricerca per dare ai cittadini farmaci innovativi e maggiori servizi.
Le ditte produttrici devono dimostrare che il farmaco “generico” messo in commercio ha la stessa forma e lo stesso principio attivo alla stessa concentrazione, di quello originale prima protetto dal brevetto.
In altre parole, devono documentare la piena “bioequivalenza” tra quei farmaci dello stesso tipo, secondo parametri fissati a livello europeo.
La Commissione unica per il farmaco del Ministero della sanità verifica poi che ciò corrisponda al vero. Un'apposita sigla sulle confezioni:
(AIC numero dell'autorizzazioneIG)
garantisce la qualità dei farmaci messi in commercio. Si può quindi dire che il farmaco generico è l'esatta copia del farmaco di marca. Inoltre, essendo stato inventato 20 anni prima, i risultati terapeutici e gli effetti del farmaco sul nostro organismo sono stati ampiamente collaudati e verificati.
La novità in vigore dal primo luglio riguarda circa 650 farmaci in commercio. Si tratta di farmaci largamente prescritti per combattere le patologie più comuni: si va dagli antinfiammatori agli antibiotici, dagli antidepressivi ai farmaci per la cura delle patologie cardiovascolari.
L'entrata in vigore della nuova regola sui rimborsi ha già indotto le aziende farmaceutiche ad abbassare i prezzi di 500 farmaci “di marca”, per allinearli a quelli dei “generici”. Per non pagare la differenza nemmeno sui 150 farmaci “griffati” che hanno mantenuto un prezzo non interamente rimborsabile, si deve chiedere al medico di prescrivere l'equivalente “generico”. I medici sono comunque tenuti ad informare i loro assistiti sui farmaci interamente rimborsabili in commercio a partire dal primo luglio.