Epatite C
Che cos'è ?
L'epatite C è una malattia infettiva del fegato, causata dal virus dell'epatite C (HCV). Una volta entrato nell'organismo, questo attacca il fegato, provocandone l'infiammazione.
Il virus dell'epatite C si trasmette principalmente attraverso il sangue di una persona infetta.
L'epatite C può manifestarsi sotto forma di un'epatite acuta, ma diventa cronica in una percentuale dei casi, stimata fino all'85%.
I sintomi sono spesso vaghi o addirittura assenti.
L'infezione può passare inosservata ed il virus può persistere nel fegato. L'epatite C cronica, dopo molti anni può condurre alla cirrosi epatica e al tumore del fegato.
Modalità di trasmissione
Il virus dell'epatite B è trasmesso prevalentemente per via parenterale (aghi infetti, sangue infetto ecc.).
Le trasfusioni hanno rappresentato fino agli anni ‘90 il fattore di rischio prevalente per la diffusione dell'agente patogeno, evenienza rara dopo l'introduzione dello screening obbligatorio del sangue.
Meno frequente, invece, è la trasmissione dell'infezione attraverso i rapporti sessuali non protetti e per via verticale, cioè da madre infetta a figlio.
Sintomi
L'epatite C ha un periodo di incubazione medio di 5-10 settimane, con un intervallo che varia da 2 settimane a 6 mesi.
Durante le prime fasi, l'epatite C decorre in maniera asintomatica o si presenta manifestazioni vaghe e aspecifiche: malessere generalizzato, debolezza, febbre, vaghi disturbi addominali, nausea, inappetenza e dolori muscolari. In alcuni casi, compare l'ittero (colorito giallastro della cute e delle sclere oculari).
Il rischio maggiore connesso all'epatite C è la cronicizzazione.
Un decorso fulminante e fatale si osserva molto raramente.
Possibili Complicanze
Dopo molti anni, indicativamente 15-30 dall'infezione, l'epatite cronica può progredire verso la cirrosi epatica. Questo è il risultato di un processo continuo di danno e di riparazione del tessuto epatico, da cui consegue una fibrosi, che conduce ad un'insufficienza epatica. In alcuni casi, la cirrosi epatica può agevolare lo sviluppo del carcinoma epatico.
Diagnosi
La diagnosi viene confermata dagli esami sierologici (ricerca degli anticorpi contro l'HCV) e dalla ricerca dell'RNA virale (tramite PCR).
Nel caso il medico sospetti una grave compromissione della funzionalità del fegato, è possibile che prescriva una biopsia epatica per accertare con una maggiore precisione l'entità del danno provocato dal virus.
Trattamento
In rari casi, l'infezione può risolversi senza alcuna terapia.
Il trattamento consolidato dell'epatite C persistente, invece, prevede la combinazione di interferone alfa pegilato e ribavirina (inibiscono la replicazione del virus e limitano il danno epatico). L'efficacia della terapia con interferone alfa e ribavirina è condizionata sia dalle caratteristiche del virus, che dell'ospite. Nel complesso, tali farmaci sono in grado di contrastare efficacemente l'epatite C, soprattutto se la terapia è iniziata precocemente.
Coloro che purtroppo sviluppano cirrosi o carcinoma epatico, invece, possono necessitare di un trapianto di fegato.
Prevenzione
Non è stato ancora realizzato un vaccino efficace contro il virus che determina l'epatite C.
Per prevenire l'infezione è dunque consigliato:
- Usare siringhe monouso o aghi/strumenti sterili (es. piercing, tatuaggio);
- Evitare lo scambio di oggetti personali, quali spazzolino da denti, forbicine e rasoi;
- Usare il preservativo durante i rapporti sessuali, soprattutto quando sono occasionali.