La pressione arteriosa
La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi ove scorre, dipende dal ritmo e dalla forza con cui il cuore "pompa", dalla quantità di sangue e, soprattutto, dalle resistenze che le arterie oppongono al flusso sanguigno. Viene definita da due indici numerici che ne esprimono i valori "massimi" e "minimi".
La pressione arteriosa massima o sistolica individua la forza esercitata mentre il cuore si contrae, quella minima o diastolica indica, invece, la forza praticata dal sangue mentre il cuore si dilata.
La regolazione della pressione deriva dall'attività di centri vasomotori disponibili nel tessuto cerebrale e da varie sostanze ormonali e non, presenti nel corpo umano, le due più importanti sono la Renina e l'Angiotensina.
La Renina, rilasciata dal rene in seguito ad un abbassamento della pressione, agendo sull'angiotensiogeno, lo trasforma in Angiotensina, sostanza con forti proprietà vasocostrittive, (il pronto rialzamento della pressione sarà un effetto diretto della vasocostrizione).
Il modo più diffuso per misurare la pressione è tramite lo sfigmomanometro, la misurazione viene espressa in millimetri di mercurio (mm Hg).
La pressione durante la giornata è soggetta a varie fluttuazioni, è nel sonno e nelle prime ore del mattino che si registrano i valori più bassi. Età, sesso, attività fisica, temperatura ambientale, stress ne determinano le oscillazioni.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità indica come normali, per individui adulti tra i 20 e i 60 anni, valori inferiori a 140/90, mentre per valori oltre i 150/99 si può parlare di ipertensione.