Vaccino anti-HPV
Il vaccino contro il papilloma virus umano (HPV)
Da qualche anno sono disponibili due vaccini per prevenire l'infezione da HPV:
- Gardasil®, vaccino quadrivalente, è rivolto contro quattro tipi di virus HPV: due di questi virus sono tra i responsabili del tumore del collo dell'utero (16 e 18); gli altri due (6 e 11) sono responsabili dei condilomi genitali;
- Cervarix®, vaccino bivalente, è efficace solo contro due tipi di HPV (16 e 18), che sono tra i responsabili del tumore del collo dell'utero.
Il vaccino contribuisce alla prevenzione delle infezioni da HPV, ma non a curarle.
A chi è rivolto
- La vaccinazione non è obbligatoria.
- Nel 2008 è partita la campagna di vaccinazione gratuita del Ministero della Salute per le ragazze nel 12° anno di vita (cioè che hanno compiuto 11 anni). In alcune Regioni, la vaccinazione ha coinvolto anche ragazze di altre fasce d'età.
- La vaccinazione può essere effettuata a pagamento anche dalle donne al fuori da queste fasce d'età, previa indicazione e prescrizione del proprio medico.
Nota. Il vaccino previene l'infezione: la sua efficacia è massima in chi non ha ancora avuto l'infezione, quindi nelle donne che non hanno ancora avuto rapporti sessuali.
Come si fa la vaccinazione
Il vaccino è somministrato con un'iniezione intramuscolare.
Il programma di vaccinazione prevede tre iniezioni a intervalli stabiliti: una dose iniziale e due richiami, entro 6 mesi dalla prima.
Possibili effetti collaterali dopo la somministrazione del vaccino
La vaccinazione è, in genere, ben tollerata.
Gli effetti collaterali comprendono reazioni locali al vaccino, come dolore, arrossamento, gonfiore e prurito nel luogo dell'iniezione.
Altre reazioni avverse sono la febbre, orticaria e, solo per il bivalente, mal di testa, nausea, vomito, diarrea o dolore addominale, muscolare o articolare.
Composizione
Una dose di vaccino è composta da particelle simil-virali (VLP), prodotte con la tecnologia DNA-ricombinante. In altre parole, si usa solo il guscio vuoto del virus HPV 6, 11, 16 e 18, che non contiene né DNA, né altre proteine.
Le particelle non sono infettanti o oncogene, ma sono in grado di stimolare una significativa risposta anticorpale.
Nel caso di un eventuale contatto con il papilloma virus, l'organismo sarà in grado di contrastare l'infezione. Non si potranno, quindi, verificare i cambiamenti precancerosi cervicali, tappa indispensabile perché si formi il tumore.
Screening e vaccinazione
Il vaccino protegge solo dai ceppi segnalati e non garantisce copertura nei confronti altri tipi oncogeni di HPV, responsabili del 30% delle neoplasie, contro cui il vaccino non è efficace.
Anche dopo l'eventuale vaccinazione, quindi, è molto importante continuare a fare lo screening (Pap-test).