Il vaccino contro tetano e difterite

Che cos'è la difterite?

La difterite è una malattia infettiva molto grave che si trasmette per lo più per via aerea ed è causata da una sostanza prodotta da un microrganismo che si chiama Corynebacterium diphtheriae.

Questa sostanza tossica (tossina difterica) provoca gravi lesioni in molti organi fra cui il cuore ed i reni e forma nel naso, in gola e nella laringe particolari membrane che possono portare addirittura al soffocamento. Circa 5-10 casi su 100 possono essere mortali.

In Italia, agli inizi del 1900, si registravano ogni anno nella popolazione infantile 20-30 mila casi di difterite e circa 1500 decessi. Dopo l'obbligatorietà della vaccinazione contro la difterite, stabilita per legge in Italia nel 1939, i casi di malattia calarono fino a diventare, negli ultimi anni, solo pochi e sporadici.

L'ultimo caso in età infantile si verificò nel 1991, in una bambina non vaccinata, e ne provocò la morte.

In questi ultimi anni, nei Paesi dell'Europa Orientale, per una diminuita adesione alle campagne vaccinali, si sono verificate gravi epidemie di difterite tuttora in corso.

A seguito di queste gravi epidemie e della persistenza della malattia in tutto il mondo, il Ministero della Sanità raccomanda di proseguire i richiami di questa vaccinazione insieme a quella antitetanica, oltre che nell'età infantile anche negli adolescenti e negli adulti per mantenere una buona difesa da questa malattia nella popolazione.

Che cos'è il tetano?

Il tetano è una malattia molto grave dovuta ad una sostanza prodotta da un microrganismo (Clostridium Tetani) che può entrare nel corpo attraverso una ferita sporca di terriccio o di polvere.

Questa sostanza tossica (tossina tetanica) causa forti contrazioni muscolari che, a loro volta, possono portare anche alla morte. In tutti i casi questa malattia richiede un lungo e sgradevole ricovero in ospedale per lo più nei reparti di rianimazione. Dal 1968 è sancito per legge l'obbligo di vaccinare tutti i nuovi nati contro il tetano utilizzando un vaccino associato a quello contro la difterite.

Ciò nonostante ogni anno in Italia si ammalano ancora di tetano circa un centinaio di persone adulte non vaccinate; di cui una parte consistente muore.

Il vaccino contro la difterite e il tetano

Il vaccino contro la difterite ed il tetano (preparato modificando opportunamente le tossine difterica e tetanica in modo tale che queste non possano più essere pericolose, ma siano ugualmente capaci di stimolare l'organismo a produrre le difese contro le due malattie) è estremamente efficace, in quanto più del 95% dei bambini sviluppa immunità.

Somministrato attraverso un'iniezione per via intramuscolare, è disponibile anche in una formulazione tripla che contiene in un'unica fiala anche il vaccino contro la pertosse.

Quando si deve rimandare

Questa vaccinazione si deve temporaneamente rimandare se il bambino presenta una malattia acuta febbrile in atto.

Quando non si deve vaccinare

Non esistono situazioni particolari di salute che rendano pericoloso questa vaccinazione. Anche le donne in gravidanza possono essere vaccinate.

Tuttavia si preferisce non vaccinare i soggetti con le difese immunitarie fortemente indebolite per gravi malattie o in seguito a terapie particolari, poiché potrebbero non essere in grado di rispondere al vaccino con una sufficiente produzione di anticorpi e quindi rendere inutile la vaccinazione.

Gli effetti collaterali

Questo vaccino è molto ben tollerato e di regola non provoca reazioni.

E' possibile che si verifichi, entro le 48 ore dalla vaccinazione, una reazione irritativa passeggera nel punto dove è stato iniettato il vaccino. Questa reazione si manifesta con gonfiore, rossore e dolore.

Raramente può comparire febbre, che per la più è modesta.

Nei soggetti adulti possono verificarsi neuriti, ma con frequenza estremamente rara.

Come qualsiasi altra sostanza esterna all'organismo questo vaccino può determinare, seppure con incidenza molto improbabile, reazioni allergiche.


tratto da: "Le Vaccinazioni nell'Infanzia"

Assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna