Distorsione alla caviglia

I traumi distorsivi rappresentano la grande maggioranza delle lesioni dell'articolazione tibio-tarsica. La distorsione più comune è quella che riguarda i legamenti laterali della caviglia, caratterizzata da una forte ed incontrollata supinazione del piede.

Qualsiasi sia l'entità del danno, come primo intervento è importante fare riferimento al metodo R.I.C.E. (VEDI ARTICOLO).

Seguirà una fase di immobilizzazione, di cui: durata, metodo e tipo, saranno in una funzione del livello del trauma.

Successivamente, per favorire il pronto recupero, è bene attenersi ad alcuni criteri guida, lavorando:

- per il miglioramento della capacità di forza della muscolatura (muscolo tibiale anteriore e muscoli peronieri) allo scopo di favorire la stabilità dell'articolazione;

- per il recupero della propriocettività (dal punto di vista motorio, un trauma articolare con sintomatologia dolorosa provoca una diminuzione delle capacità di comando e di controllo dell'articolazione, viene pertanto a mancare il controllo del movimento, con alti rischi di ulteriori incidenti, ecco spiegata la necessità di un intervento rieducativo finalizzato alla riprogrammazione neuromotoria, ossia al recupero propriocettivo);

- per il graduale recupero dei gradi articolari, nei margini consentiti dal dolore.

Già in condizioni di immobilizzazione forzata possono essere eseguite le “contrazioni flash”(contrazioni muscolari isometriche della durata di circa 8 secondi), che in una situazione di lavoro statico assicurano risultati sia dal punto di vista della forza muscolare, sia da quello del recupero della propriocetività.

Da quando il piede può essere caricato, anche se solo parzialmente, assumono un'importanza fondamentale gli esercizi su tavole basculanti, che saranno eseguiti, come prima fase, da seduti e con carico molto ridotto, successivamente, da posizione eretta, ma in appoggio ad un supporto ed infine con carico completo (recupero della propriocettività in situazione dinamica ed rieducazione al carico).

L'ultima fase del recupero riguarda la forza dei flessori plantari del piede ed il movimento dell'articolazione in flessione plantare ed in prono-supinazione (gradi articolari), in considerazione che i valori di forza e di lavoro dei flessori dorsali devono essere di circa il 33% di quelli espressi dai flessori plantari. A tal fine, i primi esercizi sono rappresentati da contrazioni massimali isometriche con una durata fino ad anche 40 secondi, per passare poi ad esercizi isotonici contro resistenze elastiche ed infine a lavori isocinetici a velocità medio-basse.

Raggiunti valori di forza e di mobilità articolare sufficienti, chi fa sport può cominciare il lavoro per recupero del gesto sportivo.

Fine prima parte

Nei prossimi giorni parleremo del recupero del gesto sportivo e dei bendaggi funzionali a scopo cautelativo e dell'utilizzo di fisioterapia e fitoterapia.


Seconda parte: distorsione alla caviglia

Il recupero del gesto sportivo.

Il livello di forza (espresso in Newton) dei flessori plantari di chi fa sport deve essere pari almeno al doppio del peso del corpo. In quasi tutti i gesti sportivi i flessori del piede rappresentano il motore del movimento ed i flessori dorsali il fattore di stabilità, di conseguenza a valori più elevati dei primi corrisponde una miglior dinamicità, mentre con valori più alti dei secondi si garantisce una maggior stabilità articolare. Prima di riprendere in pieno la propria attività atletica sarà quindi necessario ritrovare:

- la totale sicurezza dell'appoggio;

- i livelli di forza antecedenti al trauma;

- la completa mobilità articolare;

- la massima dinamicità del gesto;

utilizzando:

- le andature e gli esercizi di skip, eseguiti davanti allo specchio (dopo un infortunio, l'informazione di ritorno che si ottiene dall'immagine riflessa è fondamentale per la corretta esecuzione dei movimenti);

- il lavoro isocinetico con carico progressivo;

- i gesti pre-programmabili eseguiti ad intensità graduali;

- lo stretching.

Per un pronto recupero da una distorsione alla caviglia consigliamo:

- per accelerare l'assorbimento del versamento, nelle primissime fasi successive al trauma, il LASER (fisioterapia) e l'ANANAS (fitoterapia);

- per ristabilire i livelli di forza, nelle fasi di perfezionamento finale, l'ELETTROSTIMOLAZIONE.

Fine seconda parte

Nel prossimo ed ultimo appuntamento parleremo della prevenzione.


Terza Parte: distorsione alla caviglia

IL BENDAGGIO FUNZIONALE

Viene utilizzato molto spesso in differenti discipline sportive in quanto permette:

- dopo lesioni capsulo legamentose, una ripresa dell'attività sportiva più rapida;

- in condizioni di instabilità cronica dell'articolazione, l'effettiva pratica dell'attività sportiva stessa;

- negli sports caratterizzati da intense sollecitazioni alle caviglie, un'efficace prevenzione alle lesioni.

Con il bendaggio funzionale si dà stabilità all'articolazione senza ostacolare la circolazione sanguigna, impedendo le lesioni in trazione, soprattutto a carico del legamento collaterale laterale, il più frequentemente danneggiato e assicurando, comunque, un'azione preventiva per tutti possibili movimenti abnormi.

Il bendaggio deve essere applicato, o auto applicato, con caviglia allineata e flessa a 90 gradi; è consigliabile, prima di procedere, l'avere già svolto parte del riscaldamento. Occorre del cerotto adesivo anelastico ipoallergico, del tensoplast e una benda elastica o autoaderente.

caviglia distorsione

tenendo il piede allineato con caviglia a 90 gradi applicare il primo strato di cerotto a “staffa”, ricoprendo i malleoli dall'interno verso l'esterno

slogatura caviglia

successivamente applicare il cerotto a spirale a rinforzo dei legamenti della parte laterale della caviglia

bendaggio

la terza fase consiste nell'apporre il primo giro di tensoplast a staffa, ricoprendo abbondantemente lo strato precedente

tecnica bendaggio

a questo punto applicare il tensoplast a “canestro” attorno al retropiede con fissaggio alla tibia

caviglia bendaggio

aggiungere un ulteriore strato di tensoplast a spirale, con decorso dall'interno verso l'esterno

bendaggio compressivo

ora manca solo la benda autoaderente di copertura

cura distorsione

applicare la benda con decorso a spirale, dall'interno verso l'esterno, evitando un'eccessiva compressione

trauma distorsivo bendaggio

Il nostro bendaggio funzionale (“taping”) è completato