Allattamento al seno
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L'allattamento al seno è il primo passo cruciale per garantire un sano sviluppo al nostro bambino, e deve essere eseguito dalla madre in modo corretto e continuo, a meno che non sussistano importanti e documentate controindicazioni mediche (per esempio tumore alla mammella, HIV, tubercolosi ecc.).
Il latte materno, come per tutti i mammiferi, è senza dubbio il miglior alimento che la donna sia in grado di offrire al proprio piccolo. E' infatti completo dal punto di vista nutrizionale ed è anche il più idoneo dal punto di vista immunitario, perché protegge la prole da allergie e infezioni. Inoltre, si produce continuamente in condizioni fisiologiche; praticamente è sempre disponibile.
I pregi dell'allattamento al seno non finiscono qui, infatti se la madre allatta dal seno il neonato, si crea un profondo legame affettivo e di riconoscimento reciproco, mentre se si usa qualsiasi mediazione artificiale come un biberon, tale rapporto non viene altrettanto garantito. Quindi, dopo il parto, il primo passo è il contatto magico della donna con il proprio figlio; ci sarà poi tempo per il bagnetto e per tutto il resto, l'importante è l'incontro fisico dei due corpi, quando il bambino è accolto per la prima volta dalla madre nel suo grembo, viene riscaldato, accudito, nutrito e protetto. A sua volta la stimolazione del capezzolo aiuterà il seno della madre a prepararsi per la montata lattea e metterà in circolo gli ormoni necessari a favorire la necessaria involuzione uterina (come l'ossitocina).
Si tratta insomma di un rapporto reciproco di incontro e di scambio che dovrà proseguire, in modo esclusivo, per almeno 6 mesi.
Secondo quanto riportato dall'OMS e dall'UNICEF, il mancato allattamento al seno durante i primi sei mesi di vita, è importante per il corretto sviluppo del bambino, che - in sua assenza - è soggetto ad una maggiore mortalità e propensione ad ammalarsi, oltre ad una maggiore difficoltà nelle attività scolastiche, una minore produttività e un diminuito sviluppo intellettuale e sociale.