Vitamina D
Ci sono due forme di vitamina D: la D2, di origine vegetale, e la D3, di origine animale. Dopo l'assunzione attraverso gli alimenti, queste forme sono trasformate nel fegato e nei reni in calcitriolo, che rappresenta la forma attiva della vitamina.
La vitamina D appartiene alla famiglia degli "steroli" ed è definita vitamina antirachitica.
FUNZIONI DELLA VITAMINA D
- Regola l'assorbimento di calcio e fosforo nell'intestino;
- Regolazione dei livelli plasmatici di calcio;
- Regolazione della mineralizzazione dello scheletro;
CARENZA DI VITAMINA D
- iperparatiroidismo, debolezza muscolare
- Rachitismo nei bambini;
- Ipocalcemia, osteomalacia, osteoporosi negli adulti.
La carenza di vitamina D determina infatti aumentata produzione di paratormone e la rimozione di calcio dalle ossa.
TOSSICITA'
Molto rara, si può verificare solo in caso di terapia dell'osteoporosi e del rachitismo. I sintomi comprendono vomito, debolezza muscolare, ipercalcemia e deposito di calcio nei tessuti molli (cuore, reni, polmoni, arterie).
Il fabbisogno di vitamina D è garantito dall'esposizione alla luce. E' presente in pochi alimenti: pesci (aringa, salmone, sardina), oli di fegato di pesce, uova.
Alcuni cibi possono essere arricchiti: latte, cereali e pane.
Vitamina D, Alimenti e Metabolismo
I primi studi relativi al ruolo biologico della Vitamina D nella prevenzione delle patologie ossee, risalgono al lontano 1824, quando fu per la prima volta dimostrata la sua efficacia nella prevenzione del rachitismo e dell'osteolamacia.
Dapprima definita come fattore-antirachitico, fu solo nei primi anni del 1930 che si riuscì a caratterizzare la struttura chimica di questa molecola.
Con il termine di Vitamina D, infatti, si intende solitamente un gruppo di molecole comunemente chiamate calciferoli.
Le forme di Vitamina D principalmente presenti negli alimenti - dette colecalciferoli o Vitamina D3, ed ergocolecalciferoli o Vitamina D2 - si aggiungono a quella naturalmente prodotta dal nostro organismo.
La sintesi cutanea, infatti, opportunamente irradiata dai raggi solari UVB, rappresenta la principale fonte di Vitamina D per l'uomo.
Tuttavia, la sintesi cutanea e molti alimenti apportano soltanto dei precursori inattivi della Vitamina, che per essere attivati devono necessariamente subire dei processi di rimaneggiamento chimico e biologico ad opera di reni e fegato.
In questo senso, quindi, attraverso il torrente circolatorio ed una proteina di trasporto nota come Vitamina D binding protein, i precursori vitaminici vengono trasportati a livello epatico dove subiscono un processo di idrossilazione. Da qui, i cosidetti calcidioli raggiungono il rene dove vengono ulteriormente idrossilati nella forma biologicamente attiva della Vitamina D, nota come calcitriolo o 1,25 idrossivitamina D. Quest'ultima potrà espletare le numerosi funzioni biologiche della Vitamina D.
Funzioni biologiche
Dal lontano 1824 sono ormai passati diversi anni, ma la ricerca in ambito farmacologico e clinico sull'efficacia biologica della Vitamina D non si è mai fermata.
Come anticipato, all'iniziale funzione osteoprotettiva le più recenti evidenze scientifiche hanno aggiunto anche:
- Attività antinfiammatorie, efficaci nel modulare l'evoluzione flogistica di differenti stati morbosi, tra i quali anche le patologie infiammatorie croniche intestinali.
- Attività immunomodulatorie: differenti studi epidemiologici e clinici sembrano sostenere l'utilità, nonché l'efficacia, della Vitamina D nel regolare l'attività delle cellule del sistema immunitario, rappresentando pertanto un ottimo alleato nella lotta alle patologie autoimmuni come sclerosi multipla, psoriasi e artriti.
- Attività cardiovascolari, utili nel controllare i livelli di pressione arteriosa e prevenire l'insorgenza di eventuali complicanze vascolari.
- Attività antitumorali, ancora del tutto da caratterizzare, ma sicuramente preziose nella fase preventiva di differenti patologie oncologiche, come il carcinoma del colon.
- Attività simil-ormonali, ancora in fase di caratterizzazione.